Premesso che esiste una fluenza nel camminare, nella guida, nel calcolo ecc., quello che possiamo dire è che tante sono le abilità umane. Anche la fluenza verbale è un’abilità che riguarda appunto un dominio specifico: il linguaggio. Ci soffermiamo su questo argomento perché possiamo renderci conto che parlare di fluenza è parlare di qualcosa di molto sofisticato e complesso.
Caratteristiche
Le abilità hanno due caratteristiche:
- Si acquisiscono un po’ alla volta, non all’improvviso e richiedono una certa pratica e quindi del tempo. Nel caso della parola per essere fluenti è necessario parlare fluentemente per molto tempo. Ciò fa comprendere che la fluenza tende a perfezionarsi col tempo e con la pratica per cui l’abilità si va consolidando via via.
- Le abilità tendono ad essere poco flessibili nel senso che l’apprendimento di una certa abilità in genere non facilita l’apprendimento di un’altra. Nel caso specifico della fluenza, l’essere fluenti, per esempio nella conversazione faccia a faccia, non vuol dire esserlo automaticamente anche nella conversazione telefonica. Sono tante le persone che riferiscono di questa e di altre simili situazioni disagevoli. Da questo si deduce che lo sviluppo della fluenza come abilità comporta lo sviluppo di meccanismi automatici e poco coscienti di elaborazione. Vale a dire: quanto più la persona è fluente meno bisogno ha di prestare attenzione al parlare. La fluenza in questo caso semplicemente accade senza che la persona riesca a spiegarsi il perché e il come.
Disfluenze ed esitazioni
Un tempo le esitazioni e certe disfluenze erano considerate un errore o un difetto di parola. Oggi non è più così perché si sa che l’esitazione o la dislfuenza permette a chi sta parlando di risolvere le sue difficoltà momentanee che hanno a che fare con il “cosa dire” e il “come dire quella cosa”. Esitazioni e disfluenze sono presenti nel parlato di tutti per il semplice fatto che nessuno è esente da questo tipo di evenienza nella sua vita di parlatore. Solo nel leggere un testo già conosciuto o nel dire qualcosa a memoria le esitazioni e le disfluenze possono addirittura non verificarsi oppure presentarsi in misura minima data appunto la particolare padronanza del testo.
Esitazione/disfluenza comune
L’esitazione o disfluenza comune è presente nel parlato di tutti. Il riferimento qui è alle pause silenziose da esitazione, a quelle riempite da suoni come “eee”, “mmm”, ai prolungamenti finali, alle ripetizioni di parole e di falsi inizi. Nei normoloquenti le esitazioni comuni non superano il 10% del parlato.
Esitazione/disfluenza balbettata
L’esitazione o disfluenza balbettata è presente più tipicamente nel parlato di persone con balbuzie anche se occasionalmente è riscontrabile nelle persone che non balbettano. Si tratta di ripetizioni di suoni e di sillabe, di prolungamenti iniziali e di blocchi. Nelle persone fluenti le esitazioni balbettate raggiungono al massimo il 2% del parlato.
Riformulazioni
Talvolta si riscontra la presenza di “marcatori di riformulazione” come per esempio: “vale a dire”, “o meglio”, “in effetti”. Le riformulazioni hanno a che vedere con le ripetizioni, le perifrasi, le correzioni. Le persone considerate fluenti presentano una quantità ridotta di riformulazioni.
Pause silenziose fluenti
Diversamente dalle pause silenziose da esitazione, le pause silenziose fluenti tendono a manifestarsi tra le frasi o i sintagmi. Inoltre prima e dopo la pausa si riscontrano differenze significative nella frequenza vocale.
Diversamente da quello che si crede, le pause silenziose fluenti non servono soltanto per consentire a chi sta parlando di respirare. Le pause servono ad enfatizzare dei significati, motivo per cui vengono fatte in punti linguisticamente rilevanti (tra frasi e sintagmi). Intanto nel fare la pausa colui che sta parlando ne approfitta per respirare.
In chi non presenta disturbi della comunicazione, il 70% delle pause silenziose sono fluenti mentre il 30 % sono pause da esitazione. È noto che coloro che fanno pause con maggiore frequenza nelle frontiere sintattiche forti (tra frasi e sintagmi appunto) presentano tendenzialmente un numero minore di esitazioni/disfluenze nella parola.
Coloro che vengono considerati fluenti fanno pause adeguate per numero, durata e distribuzione.
Tasso di articolazione (velocità dell’eloquio)
Il tasso di articolazione si riferisce alla percezione di quanto una persona parli lentamente o a velocità media o a velocità esagerata. È importante sottolineare che i valori del tasso di articolazione variano a seconda della comunità sociolinguistica in cui si vive. Le persone considerate fluenti presentano tassi di eloquio confortevoli, nè molto lenti nè molto veloci.
Morbidezza o facilità di emissione
Si riferisce allo sforzo impiegato nel parlare. Dal punto di vista fisico lo sforzo è legato alla pressione sotto la laringe, alla tensione laringea e alla pressione della lingua. Coloro che vengono considerati fluenti presentano poco sforzo fisico durante l’eloquio.
Abilità grammaticale
Si riferisce alla facilità nell’applicare le regole di formazione e combinazione di parole durante la comunicazione spontanea. Parti di un discorso in cui sono assenti articoli, preposizioni o congiunzioni, per esempio, vengono considerate parti meno fluenti in quanto ci sono delle rotture nella costruzione grammaticale dell’enunciato. I soggetti considerati fluenti presentano poco sforzo fisico nell’eloquio.
Complessità semantica
Riguarda i concetti espressi durante un discorso. Per esempio, da una parte l’utilizzo di parole rare, l’adeguata coesione logica tra i concetti e l’abbondanza di concetti, dall’altra l’uso limitato di determinate parole o di espressioni senza senso, sono tutti fattori che fanno comprendere quanto il parlare sia complesso in termini di significato.
I soggetti considerati fluenti presentano tendenzialmente un eloquio con complessità semantica media o elevata.
Tradotto e rielaborato da Piero D’Erasmo su un testo di S. Merlo (2006) – Hesitações na Fala Semi-Espontânea: Análise por Séries Temporais. Tesi di specializzazione. Relatore: Prof. Dr. Plínio Almeida Barbosa. Campinas – IEL – UNICAMP.