Il potere dell’empatia
La balbuzie è un disturbo della comunicazione che può avere un impatto significativo sulla vita di coloro che ne sono affetti. Spesso viene affrontata esclusivamente dal punto di vista fisico, trascurando il benessere emotivo e psicologico della persona che ne soffre o viceversa con un intervento esclusivamente di tipo psicologico. Secondo uno studio scientifico condotto da Isis Meira – terapeuta del linguaggio e psicologa clinica dell’Università Cattolica di San Paolo del Brasile – un approccio psico-corporeo può offrire una prospettiva più completa per la valutazione e la terapia della balbuzie. In questo articolo, esploreremo l’importanza di considerare sia gli aspetti fisici che quelli psicologici della balbuzie ai fini di offrire un supporto più empatico e coinvolgente.
La valutazione psico-corporea
Secondo Meira, una valutazione corretta dovrebbe considerare come la balbuzie si manifesta nel corpo. Nello stesso tempo il terapeuta dovrebbe considerare come la balbuzie influenza la persona a livello emotivo e psicologico. Questo significa osservare non solo la balbuzie in sé ma anche gli atteggiamenti, le reazioni e il modo in cui la persona affronta il suo problema. Attraverso una accurata valutazione, è possibile ottenere una visione più completa della balbuzie e del suo impatto sulla vita quotidiana del paziente.
Focus sulla balbuzie
Una questione fondamentale è la valutazione qualitativa della balbuzie. Più che concentrarsi su quanto si balbetta, si cerca di analizzare come il paziente balbetta.
Questo significa osservare i gruppi muscolari coinvolti nella balbuzie e analizzare i movimenti muscolari durante il parlato come pure in assenza di esso. Questa mappatura muscolare fornisce informazioni preziose per la descrizione e il trattamento del disturbo.
L’importanza della consapevolezza
Oltre alla valutazione fisica, l’approccio psico-corporeo pone un’enfasi significativa sul balbuziente stesso. Spesso le persone affette da balbuzie sviluppano atteggiamenti negativi e un senso di estraneità rispetto al proprio disturbo. È fondamentale lavorare fianco a fianco con il paziente per modificare tali atteggiamenti e incoraggiarlo a diventare attivo nel processo di terapia. Inoltre, l’analisi dei suoi sentimenti, delle emozioni e del livello di consapevolezza della balbuzie, permette di sviluppare un quadro più completo delle difficoltà e dei limiti nelle relazioni sociali e personali.
Conclusioni
Alla luce di queste argomentazioni, risulta evidente come un approccio empatico contribuisca direttamente all’evoluzione e alla riuscita del processo terapeutico, permettendo al paziente di sentirsi compreso, di abbassare le difese e al terapeuta di lavorare a un livello più profondo e maggiormente significativo. Di conseguenza, le possibilità di fare progressi e di limitare gli effetti della balbuzie diventano maggiori. Come sempre, la fiducia è la migliore alleata per il terapeuta e per il paziente.